La mancanza di possibilità di comunicare con gli altri comporta ricadute negative nello sviluppo della relazione, del linguaggio e nello sviluppo cognitivo e sociale. Per questo, conoscerne le tecniche e gli strumenti necessari per sopperire a questa mancanza può rivelarsi utile.
Si chiama aumentativa perché ha l’obiettivo di arricchire e implementare al massimo le abilità comunicative naturali della persona con disabilità verbale e alternativa perché si utilizzano strategie diverse da quelle verbali, come tabelle, simboli, immagini, scritte e software dedicati, scelti in base ai bisogni specifici e alle possibilità del paziente. L’inizio precoce di interventi di comunicazione aumentativa previene un impoverimento comunicativo, simbolico e cognitivo (soprattutto linguaggio orale e scrittura) e la comparsa di disturbi del comportamento come strategia di richiesta di attenzione.
La CAA è una pratica clinica che cerca di compensare la disabilità temporanea o permanente di persone con bisogni comunicativi complessi. Sfrutta le competenze comunicative della persona includendo le vocalizzazioni, simboli e immagini con l’ausilio della tecnologia avanzata. Non si tratta solo di una tecnica riabilitativa, ma di costruire un sistema ad hoc per ogni persona da adottare sempre poiché la comunicazione è alla base della costruzione di rapporti sociali.
I fruitori sono bambini con paralisi cerebrali infantili, sindromi genetiche, disprassia, ritardo mentale, sordità grave, alcune forme di autismo e pazienti in età adulta con traumi, sclerosi laterale amiotrofica, Alzheiemer, afasia grave, ictus e sclerosi multipla. Le persone con questa disabilità cognitiva possono utilizzare le strategie per sviluppare una competenza verbale o per esprimere le proprie scelte e i propri sentimenti.
La CAA è utilizzata in situazioni dove la comunicazione è temporaneamente preclusa attraverso i canali tradizionali.
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